Come capire la purezza di un diamante

Capire la purezza del diamante - Banco Diamanti

Il diamante è un minerale raro con il quale si realizzano i gioielli più preziosi. È composto interamente da carbonio ed è caratterizzato da un’elevata durezza.

Questa sua caratteristica è dovuta ad una particolare disposizione degli atomi uniti tra loro da legami covalenti estesi a tutta la struttura e in tutte le direzioni. La sua durezza è pari a 10 nella scala di Mohs.

Per l’alto valore commerciale dato ai diamanti, gli appassionati di queste pietre preziose si dedicano a dei veri e propri  investimenti in diamanti o alle permute che consistono nella vendita del proprio diamante con un nuovo di valore superiore.

Nel mercato dei diamanti certificati esiste anche un numero identificativo che permette di conoscere subito tutte le caratteristiche e il valore preciso della pietra senza dover fare valutazioni lunghe e incerte.

Capire la purezza di un diamante

Il diamante non è solo la pietra più preziosa per realizzare gioielli, ma è anche una forma di investimento per chi decide di non lasciare il suo capitale liquido, ma di acquistare un oggetto che nel futuro possa rendergli un guadagno con la vendita dello stesso.

Le domande infatti di compro diamante usato sono numerose e molto più diffuse di quello che si possa pensare.

È proprio vero che un diamante è per sempre perché nel tempo rimane inalterata la sua bellezza e le sue proprietà strutturali che lo rendono così luccicante e indistruttibile.

Per chi in questo momento fosse intenzionato a procedere con un acquisto di diamanti deve necessariamente comprendere il concetto di purezza del minerale stesso.

Comprendere tecnicamente questa caratteristica è fondamentale per riuscire ad inquadrare il prestigio e la bellezza del diamante che ci si accinge ad acquistare.

Per purezza si intende l’assenza di imperfezioni della pietra, sia all’interno che all’esterno e che possano in qualche modo disturbare la limpidezza e l’omogeneità della superficie.

Un paramento fondamentale per la valutazione della purezza di un diamante è sicuramente la presenza interna di piccole parti di minerali che sono rimasti inclusi dentro alla pietra stessa durante la sua formazione.

Tanto più sono le impurità presenti all’interno, tanto meno sarà positiva la valutazione dei diamanti presi in esame.

Altro aspetto fondamentale che andrà ad incidere sulla purezza e quindi sulla classificazione dei diamanti più o meno preziosi è la presenza di graffi, deformazioni o piccolissime deformazioni non percettibili sempre ad occhio nudo.

La classificazione dei diamanti a livelli internazionale suddividono le pietre nella seguente scala di purezza:

  • FL (Flawless): letteralmente perfetto. Molto difficile da trovare.
  • IF (Internally Flawless): privo di imperfezioni al suo interno. Diamante raro.
  • VVS (Very Very Slightly Included): le inclusioni sono difficilmente visibili al microscopio. Tale categoria è suddivisa in due sottolivelli, VVS1 e VVS2.
  • VS (Very Slightly Included): imperfezioni più vistose, che tuttavia non inficiano l’aspetto del diamante a occhio nudo. Sottocategorie: VS1 e VS2.
  • SI (Slightly Included): inclusioni talvolta visibili a occhio nudo. Sottocategorie: SI1 e SI2.
  • I (Included): imperfezioni visibili a occhio nudo. A volte possono compromettere seriamente la trasparenza del diamante.

Come avviene la valutazione dei diamanti

Ogni diamante è unico, infatti non esiste un diamante perfettamente uguale ad un altro.

Ogni minerale ha le sue caratteristiche specifiche che andranno a definire la sua bellezza.

Per definire la preziosità di un diamante esistono specifici parametri, i cosiddetti “4C” i quali vanno a identificare in maniera univoca il valore della pietra che ci si trova di fronte.

Il valore di ogni singolo diamante è dato dal punteggio che riesce ad ottenere per ognuno dei seguenti parametri:

  • Carat: la caratura. È uno dei primi aspetti che si va a valutare, ovvero la grandezza di un diamante. Ovviamente, più un diamante è grande e più sarà alto il suo valore. Basti pensare agli anelli solitari con cui vengono realizzati i gioielli. Il diamante se è piccolo e si perde, non ha lo stesso valore di un bel diamante di considerevole entità e che si fa notare nella sua interezza. L’unità di misura con cui si calcola il peso di una gemma è il carato ed equivale a 0,2 grammi.
  • Color: il colore. Gli esperti in materia sanno che il valore di un diamante aumenta con la diminuzione del colore nello stesso. Più un diamante è trasparente e più vale. Anche in questo caso esiste una scala progressiva che va dal diamante D meno colorato (colorless) a quello più colorato Z (light yellow).
  • Clarity: la purezza. La presenza o meno di imperfezioni e disomogeneità presenti all’interno della pietra costituiscono un parametro per la quotazione del diamante. Il grado di purezza si determina in funzione di una scala che parte da un indice I.F. (assenza di difetto visibile a 10x) e termina con un indice di PIQUÈ dove le inclusioni di minerali o altre impurità sono evidenti ad occhio nudo.
  • Cut: il taglio. Una caratteristica imprescindibile per poter quotare questo prezioso minerale è il taglio, ovvero il tipo di lavorazione che ha subito la pietra grezza per diventare quello che è in quel momento. Si sta parlando quindi, di processi di sfaccettatura, lucidatura e intaglio operati sul diamante iniziale quando è stato trovato e raccolto. Tutte queste lavorazioni sono decisive in termini di qualità di rifrazione e riflessione della luce.
    La bellezza di un diamante infatti, è data dalla sua capacità di brillare e questo non dipende solo dalla qualità della pietra ma dai processi di lavorazione che è stato sottoposto. Per tal motivo, i diamanti vengono suddivisi in funzione al taglio nelle seguenti classi: Excellent, Very good, Good, Fair e Poor.